W. A. Mozart e il “Miserere” di Gregorio Allegri

Nella tradizione della Chiesa Cattolica prima della riforma del Concilio Vaticano II, con Mattutino veniva indicata quella parte della Liturgia delle ore che oggi viene chiamata Ufficio delle letture e che scandisce le parti della giornata (Lodi mattutine, Vespri, Ufficio delle letture, Ora media, Completa). Il termine Mattutino si riferiva appunto al fatto che veniva recitato nelle prime ore del mattino. Il Mattutino era articolato in tre notturni, ognuno basato su un salmo, una lettura tratta dall’Antico Testamento e una dagli scritti dei Padri della Chiesa.

Probabilmente attorno al 1630, durante il pontificato di Urbano VIII, il compositore, sacerdote e cantore Gregorio Allegri (1582 ca.-1652), al servizio per la Cappella Sistina, compose l’opera che più tardi gli avrebbe dato la notorietà e lo avrebbe reso immortale: il Miserere dal salmo 51 (50). Il Miserere di Allegri è l’ultimo dei dodici composti e cantati a partire dal 1514, ed è anche il più famoso, considerato uno dei migliori esempi di polifonia rinascimentale. Seppure fosse caratterizzato da una sostanziale semplicità di note, la tradizione esecutiva della Cappella riusciva a dargli una sfumatura espressiva unica.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=3s45XOnYOIw&w=560&h=315]Gregorio ALLEGRI – Miserere Mei, Deus

Papa Urbano lo considerò così sacro che ne proibì la trascrizione e vietò che venisse eseguito altrove. Infatti veniva suonato a luci spente ed era fatto assoluto divieto per chiunque leggere o copiare lo spartito, proprietà esclusiva della Schola Cantorum della Cappella (la pena era la scomunica). Solo tre copie autorizzate uscirono dalla Cappella, per essere date in dono, rispettivamente, all’allora imperatore del Sacro Romano Impero, Leopoldo I, al Re del Portogallo e al compositore e musicologo Giovanni Battista Martini.

La mattina dell’11 aprile del 1770, durante il Servizio delle tenebre della Settimana Santa, ad ascoltare il Miserere di Allegri c’erano anche Leopold Mozart e il suo figliolo, l’allora quattordicenne Wolfgang Amadeus, in visita a Roma. I Mozart erano perfettamente al corrente della considerazione che il Papa aveva del Miserere e della minaccia di scomunica. Nonostante ciò, Wolfgang Amadeus, dopo aver ascoltato l’opera, la trascrisse interamente a memoria quello stesso giorno, e vi appose piccole correzioni due giorni più tardi. Il padre Leopold scrisse una lettera alla moglie nella quale comunicava che, nonostante il divieto e la minaccia di scomunica, Wolfgang aveva una copia del famoso Miserere, e che presto l’avrebbero portato a casa. Rassicurò quindi la moglie, in ansia per la situazione: “ Tutta Roma e persino il Papa stesso sa che l’ha trascritto. Non c’è assolutamente niente da temere, al contrario, l’impresa gli ha fruttato un grande credito”.

Dopo la trascrizione di Mozart la minaccia di scomunica venne tolta. Una prima copia fu stampata nel 1771 a Londra. Ma fu solo nel 1840 che lo spartito venne pubblicato (per opera del sacerdote romano Pietro Alfieri), comprendendo anche la particolare ornamentazione rinascimentale tramandata dagli interpreti della Cappella, nel tentativo di conservarne lo stile esecutivo e che rendeva il brano così di effetto.

Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *